Roma, la scelta Felix: la scommessa vinta e la strategia di Mourinho

Capitano quelle situazioni in cui senti una musica soporifera, monocorde. E allora per reazione alzi il volume. Josè MOURINHO, lontano dal campo ma non dalla ROMA, ha scrutato la panchina depurata e ha spadellato nella partita il baby FELIX, un nome a cui è legato per questioni familiari: compare in tutti gli ometti di casa, ascendenti e discendenti.
IO OSO
Ha vinto nell’azzardo, MOURINHO. A CAGLIARI è andata bene, perché con il primo 2003 della storia romanista e un modulo molto spregiudicato la squadra ha rovesciato il risultato. Ma chi è rimasto sorpreso dalla scelta Felix, cioè tutti, non ricorda la mossa altrettanto imprevedibile tentata nel derby: in quella circostanza era stato Nicola ZALEWSKI, trequartista di un anno più grande, a giocare gli ultimi minuti, poche ore dopo la scomparsa dell’adorato papà, senza tuttavia avere tempo e modo di incidere sulla partita. E ancora: alla prima di campionato, pur avendo ancora gli epurati VILLAR e DIAWARA a disposizione, concesse l’onore del primo cambio tra i centrocampisti a Edoardo BOVE, altro 2002 che ha voluto trattenere in organico perché ne aveva apprezzato le qualità durante la preparazione. [Roma, dalla paura alla gioia: magia di Pellegrini, Cagliari ko] Guarda la gallery Roma, dalla paura alla gioia: magia di Pellegrini, Cagliari ko
LA STRATEGIA
Il senso è che MOURINHO non teme nulla, neppure le provocazioni. Detto dei tre che sono debuttanti o quasi, anche DARBOE (2001) ha già giocato una partita da titolare in questo campionato. Il discorso anagrafico, per Mourinho, è un problema relativo. Mourinho vuole semplicemente giocatori adatti al suo calcio intenso, muscolare, autorevole. Per questo ha cancellato dalle rotazioni i vari Villar, Diawara, Borja Mayoral. È un modo ruvido per accompagnarli all’uscita, già nel mercato di gennaio. Vedrete che riuscirà a convincerli: soprattutto i primi due perché BORJA, povero, aveva già chiesto a Tiago Pinto di essere ceduto quando ha incrociato contemporaneamente ABRAHAM e SHOMURODOV. I giovani della PRIMAVERA lanciati qua e là, senza preavviso, servono a MOURINHO anche a mandare un messaggio nitido, alla squadra e alla società: in questo momento ci sono «12-13-14 giocatori», il resto è inutile. Fin qui il doppio lavoro, competitività abbinata all’epurazione, non ha danneggiato troppo la squadra, che è sola al quarto posto in classifica e molto vicina alla qualificazione in Conference.
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